Come sicuramente avrete appreso dai media ieri sera il Presidente del Consiglio Conte ha presentato il nuovo decreto che stabilisce date, condizioni e modalità per la riapertura di diverse settori produttivi.
L’ultima cosa che vogliamo fare è sottovalutare i rischi legati alla ripartenza, fase che sappiamo essere delicatissima, ma è del tutto evidente che stiamo perdendo la bussola.
La sensazione, per usare un eufemismo, è di una generale “incartata” dove le Istituzioni si muovono in ordine sparso lasciando in balìa di loro stesse le aziende e le loro organizzazioni in un ginepraio di norme confuse, contraddittorie, difficilmente applicabili e spesso anche senza logica.
Siamo sinceramente preoccupati per la tenuta sociale del Paese ma anche per il destino della nostra Città che dal 12 novembre non si è più rialzata e si accinge a pagare il conto più salato.
Mantenere la lucidità sta diventando uno sforzo titanico: per le aziende e per chi come noi ha il compito di indirizzarle e sostenerle. Ma siamo in ballo e non possiamo mollare: l’ultimo atto di questo stucchevole minuetto è il Dpcm del 26 aprile le cui misure entreranno in vigore il prossimo 4 maggio e che, com’era facilmente immaginabile, entra in conflitto con alcune disposizioni dell’Ordinanza regionale n. 42 del 24 aprile scorso. Ordinanza che, come abbiamo appreso dalla conferenza stampa di questa mattina del Governatore Zaia, non è stata ritirata e, pertanto, continua a produrre i suoi effetti giuridici. Questo significa che gli edili possono continuare ad operare nei cantieri e gli alimentaristi proseguire la vendita dei propri prodotti da asporto, magari ricorrendo a stratagemmi grotteschi per non incorrere in sanzioni. Oggi così, domani di vedrà….
Con molta fatica proviamo comunque ad evidenziare i punti fermi. Ci viene raccomandato di continuare a rispettare il mantenimento delle distanze di sicurezza e l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale.
Per quanto riguarda gli spostamenti, questi saranno possibili all’interno di una stessa Regione per motivi di lavoro, di salute, necessità o visita ai parenti; gli spostamenti fuori Regione saranno invece consentiti per motivi di lavoro, di salute, di urgenza e per il rientro presso propria abitazione. Obbligatorio l’utilizzo delle mascherine sui mezzi pubblici.
Previste regole più stringenti per chi ha febbre sopra i 37.5 gradi e sintomatologie respiratoria: obbligo di restare a casa e avvertire il proprio medico.
A partire dal 4 maggio potranno quindi riprendere, tra le altre, le attività manifatturiere e di costruzioni, anche se le manutenzioni edili sono già state sbloccate dalla Regione lo scorso 24 aprile. Per questi settori , già a partire da oggi 27 aprile sarà possibile procedere con tutte quelle operazioni propedeutiche alla riapertura come la sanificazione degli ambienti per la sicurezza dei lavoratori, senza bisogno di informare preventivamente il Prefetto.
Questa è una partita chiaramente fondamentale dove non si può rischiare nulla. Per questo motivo, oltre a rimandare ad un’attenta lettura del decreto allegato, invitiamo le aziende a prendere tempestivi contatti con la nostra società Artambiente (tel. 041 5284230) per la predisposizione del protocollo sanitario che ogni singola azienda deve avere.
Un’ultima considerazione su chi invece dovrà rimanere ancora chiuso. Ci ha fatto male avere appreso in diretta TV la sorpresa che acconciatori ed estetiste dovranno attendere fino al 1° giugno per poter riaprire e senza sapere come, nonostante la nostra Organizzazione abbia da tempo fornito precise proposte e concrete misure di tutela. Una categoria fragile, già in ginocchio che non può aspettare altri 35 giorni. Nei limiti di quanto ci sarà concesso e nel pieno rispetto delle regole faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità per anticipare questa data. Questo è il nostro impegno.
DPCM e allegato del 26 aprile 2020