Venezia- Domanda fondo perduto per i centri storici

A partire da Mercoledì 18 novembre gli operatori economici “esercenti attività di vendita di beni o servizi al pubblico” all’interno dei centri storici dei grandi centri urbani, tra cui chiaramente tutta la Venezia insulare, colpiti dal calo dei turisti stranieri causato dell’emergenza “Covid 19”, potranno richiedere il contributo a fondo perduto previsto dal Dl n. 104/2020.

Precisiamo che non si tratta di una delle misure previste dal decreto Ristori o dal Ristori-bis; ad introdurre il contributo a fondo perduto per i centri storici è stato l’articolo 59, comma 1 del decreto Agosto, convertito con modificazioni nella legge n. 126 del 13 ottobre 2020. Un provvedimento sicuramente molto atteso da parte degli artigiani ed esercenti veneziani rimasto “congelato” per diversi mesi e finalmente sbloccato anche grazie all’azione esercitata dalla varie Confartigianato delle città d’arte tra cui la nostra.

Vediamo nei dettagli a chi spetta il contributo, oltreche le modalità e l’entità dello stesso.

Comuni ad alta “vocazione turistica”

L’articolo 59 del Dl n. 104/2020 ha previsto l’erogazione di un contributo a fondo perduto ai soggetti esercenti attività di vendita di beni o servizi al pubblico, svolte nei centri storici (zone A o equivalenti) dei comuni capoluogo di provincia o di città metropolitana ad alta presenza di turisti stranieri. Si tratta in particolare dei 29 comuni indicati nelle istruzioni allegate al modello per la compilazione dell’istanza e richiedibili all’Ufficio Categorie. Come previsto dal decreto, questi comuni hanno infatti registrato prima dell’emergenza sanitaria presenze turistiche di cittadini residenti in paesi esteri in numero almeno tre volte superiore a quello dei residenti negli stessi comuni (per i capoluogo di provincia), in numero pari o superiore a quello dei residenti negli stessi comuni (per i capoluogo di città
metropolitana). Tra questi comuni c’è Venezia.

I requisiti e l’entità del contributo

Il contributo spetta solo se l’impresa ha il domicilio fiscale o la sede operativa nel centro storico delle città indicate nell’elenco riportato nelle istruzioni al modello di istanza, e solo se l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di giugno 2020 sia inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di giugno 2019. Per i soggetti che hanno iniziato l’attività a partire dal 1° luglio 2019 il contributo spetta a prescindere.

L’ammontare del contributo è determinato applicando una percentuale alla differenza tra l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di giugno 2020 e l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di giugno 2019:
15% se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 non superano la soglia di 400mila euro
– 10% se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 sono compresi tra 400mila e 1 milione di euro
– 5% se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 superano la soglia di 1 milione di euro

Come e quando richiedere il contributo

Dal 18 novembre 2020 fino al 14 gennaio 2021 i contribuenti potranno richiedere il bonus inviando la richiesta esclusivamente tramite l’apposito servizio web nell’area riservata del portale “Fatture e Corrispettivi” del sito internet dell’Agenzia delle Entrate. L’invio può
essere effettuato anche dagli intermediari delegati
alla consultazione del Cassetto fiscale o al servizio di consultazione delle fatture elettroniche nel portale “Fatture e corrispettivi”. Chiaramente l’Associazione,
come già fatto nei mesi scorsi per altri provvedimenti, attiverà il servizio per le proprie aziende amministrate.

Una prima ricevuta attesterà la presa in carico della richiesta o lo scarto a seguito dei controlli formali. In seguito, subito dopo aver verificato l’esattezza e la coerenza dei dati comunicati con le informazioni presenti in Anagrafe Tributaria, con una seconda ricevuta l’Agenzia attesterà l’accoglimento o meno dell’istanza. Il pagamento avverrà su accredito diretto nel conto corrente del beneficiario riportato nell’istanza.

Le nostre valutazioni. Il problema delle “aree grigie” e il rischio che la domanda non venga accolta

La  nostra  è  una  soddisfazione  a metà dal momento che l’eliminazione dei codici ATECO, per quanto discutibile, rappresentava   comunque   un criterio oggettivo  per l’individuazione  dei  beneficiari.  La  scelta  di  aver escluso come metro valutativo i codici attività apre inevitabilmente il campo alla discrezionalità. Il rischio concreto  che  intravediamo,  infatti,  è proprio quello delle  “aree grigie” per le quali non c’è certezza che la domanda possa essere accolta.

-copertura finanziaria: lo stanziamento complessivo per l’intero territorio nazionale è stato quantificato in 500 milioni di euro che sappiamo già essere del tutto insufficienti a soddisfare le richieste; su questo fronte siamo già impegnati a chiedere, tramite la prossima Legge di Bilancio, un ulteriore stanziamento anche se la strada è tutta in salita.

-figli e figliastri: è questo l’aspetto purtroppo più penalizzante che sembra diventato il leitmotiv di questi provvedimenti di ristoro; tante aziende artigiane e non, pur in ginocchio, sappiamo già che non riceveranno un centesimo! Se, infatti, non seguiranno interpretazioni più estensive ad una lettura pedissequa del provvedimento, resteranno escluse dal contributo tutte le attività produttive esclusivamente manifatturiere senza un punto vendita diretto; per capirci: un laboratorio di vetro a lume di Murano che vende i propri prodotti ai negozi di Venezia non rientra nei requisiti; altro esempio: un trasportatore merci conto terzi senza un ufficio all’interno della propria sede aperto al pubblico, ad una lettura formale del testo normativo, non rientra come beneficiario. Ma altri esempi chiaramente si possono fare.

-territorio: questa misura nasce, lo ribadiamo, con lo spirito lodevole di ristorare i grandi centri storici “a forte vocazione turistica”, quelli più colpiti cioè dal crollo della domanda; il provvedimento, come detto, indica come beneficiabili le aziende con attività svolta nei centri storici; ad una prima lettura se il Centro storico di Venezia è chiaramente tutto ristorabile, resta da verificare se possiamo dire lo stesso anche per Murano e Burano o se, invece, ci sono delle aree escluse; gran parte del Lido invece appare fuori. Non parliamo poi del Comune di Cavallino-Treporti che non è nemmeno contemplato nell’elenco del 29 comuni individuati; eppure si tratta di un territorio che vive di turismo.

Per  concludere, pur consapevoli che, nonostante i nostri sforzi, non sarà possibile accontentare tutti, consigliamo vivamente le  aziende  di  tenere stretti contatti con gli uffici contabili per le ditte amministrate in Associazione, o con il proprio commercialista  per chi non ha la contabilità qui da noi.

Valgono allora le seguenti istruzioni:

Nei prossimi giorni tutti i Soci amministrati verranno sottoposti alla verifica del possesso dei requisiti.
I potenziali beneficiari saranno quindi contattati dall’Ufficio Contabilità che, nel frattempo, avrà provveduto ad effettuare i conteggi preliminari all’inoltro della domanda di contributo.
Le aziende non amministrate, per evidenti motivi contrattuali e deontologici, dovranno invece relazionarsi con chi tiene loro la contabilità

Per maggiori informazioni l’Ufficio Categorie (tel. 041 5299270)