Vietata la vendita di pane sfuso nei centri commerciali

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I panificatori artigiani vincono la seconda battaglia contro i centri commerciali. Grazie al Consiglio di Stato, i laboratori artigiani potranno dormire più tranquilli. I centri commerciali non potranno più vendere pane sfuso in modalità self service.

”É stata fatta giustizia e riequilibrate le regole di mercato – sottolinea Alessandro Cella Presidente dei Panificatori di Confartigianato Imprese Veneto – a favore di quasi 1500 laboratori artigiani (ed i loro 7mila addetti) che ogni giorno sfornano in Veneto quintali di pane e panificati rispettando un rigido sistema di controllo alimentare introdotto dal legislatore per garantire la sicurezza e l’igiene dei servizi e dei beni destinati alla vendita (HACCP (acronimo di Hazard Analysis Critical Control Point, in italiano “Analisi dei rischi e dei punti critici.

Prima il divieto, sempre da parte della grande distribuzione, di denominare il pane precotto con la dicitura “Pane Fresco”. Ora, con questa sentenza il Consiglio di Stato sancisce il coronamento positivo di un’altra battaglia, portata avanti da diverso tempo da Confartigianato a livello nazionale.

La “svolta” è avvenuta nel dicembre del 2020. I carabinieri dei Nas di Lecce sequestrarono 23 kg di pane e imposto la sospensione della vendita in modalità “self service” ad un supermercato.
Struttura commerciale che comunque aveva immediatamente presentato ricorso contro i provvedimenti adottati. Riscorso che il Consiglio di Stato nelle scorse settimane ha giudicato inammissibile. Inamissibile con diverse motivazioni tra le quali quella che evidenzia come la modalità di vendita self service di pane sfuso risulti del tutto inidonea a garantire le più elementari esigenze d sicurezza alimentare.
Inoltre, la sentenza afferma che il pane sfuso ottenuto da completamento di cottura del pane precotto, deve essere confezionato prima della messa in vendita e non può essere confezionato dal cliente.